sabato 24 ottobre 2020

Sputare su un'opera di Lucio Fontana.

 



“L'Occidente è una nave che affonda, dove tutti ignorano la falla e lavorano assiduamente per rendere sempre più comoda la navigazione e dove non si vuol discutere che di problemi immediati"

          Emanuele Severino

Sputare su un’opera di Fontana. Sembra che qualcuno lo abbia fatto.

È probabile che quel qualcuno in questo modo volesse esprimere la disapprovazione nei confronti di un’arte che considera insignificante.

Nei miei video ho parlato tantissimo di tutte queste forme d’arte e che sono state propagandate come innovazioni geniali pur essendo palesemente delle forme di linguaggio totalmente vuote di significato artistico.

Penso che bisogna liberarsi da tutte queste opere e ripulire il mondo dalla loro presenza inquinante.

Attenzione però. Quando dico ripulire il mondo dalla loro presenza, non intendo che debbano essere tolte dalle pareti dei musei dove sono esposte ed essere smaltite in qualche modo.

La pulizia va fatta nella nostra mente.

Si tratta semplicemente di smettere di dare un riconoscimento a tutte quelle forme artistiche di facile soluzione, accreditate esclusivamente da macchinose e prolisse disquisizioni critiche, senza le quali non susciterebbero l’interesse di nessuno.

Ripulire la propria mente da queste forme speculative e smettere di subirne l’influenza culturale è di per sé un risultato straordinario.

Quando saranno diventate tantissime le persone ad aver capito questo, allora sì, queste opere non interesseranno più a nessuno.

Il loro smaltimento non riguarderà noi.
Sarà a carico di chi un tempo in quei musei ce le ha messe.

Per questo, se dovessi parlare con la persona che ha sputato su quell’opera, gli direi di non farlo più.

Gli direi di non farlo perché si tratta di un gesto che, nel voler essere un atto di trasgressione, manca totalmente di centrare il suo scopo.

Il massimo gesto di disubbidienza che si possa attuare è quello di ignorare queste opere.

Questo lo si può fare in tanti modi diversi.

Per esempio, in una consultazione di libri d’arte in libreria o in una biblioteca, bypassare totalmente tutti i testi che trattano quegli autori.

Non fare presenza a mostre o esposizioni con quel tipo di opere.

Far sapere a chi ce le propone attraverso quelle pesantissime considerazioni critiche cariche di parole insignificanti, attraverso i social o in maniera più diretta, che riconosciamo tutta l’insignificanza di quei discorsi e tutta l’inefficacia di quelle forme di pseudo-arte.

L’occidente è stato descritto come una nave che sta affondando.

Sta affondando a causa della caduta della sua economia, surclassata da quella orientale. Sta affondando a causa di un clima che si sta ribellando alle continue manipolazioni ambientali.

Sta affondando anche per altre forme di crisi.

Ma alla radice di ogni cosa, la vera crisi è di tipo culturale.

Anche se l’arte appare ai più come un mondo futile ed estraneo in fatto di influenze sociali e di costume, il propagandare per decenni opere come quelle di Fontana o altre forme di arte moderna e contemporanea, è proprio una delle questioni che sono alla base della crisi culturale di un’intera civiltà.

Salvare quella nave è impossibile.

Però, da quella nave si può scendere.

Scendere da quella nave significa incominciare a pensare in maniera diversa. Sottrarsi a tutte le forme di propaganda di pensiero che arrivano dall’ambiente circostante.

Nel caso dell’arte, significa smettere di dare credito a forme di linguaggio vuote e riappropriarsi della dignità della propria intelligenza critica.

Seguire il proprio gusto ignorando totalmente le mode e le tendenze di ogni tipo.

Il prezzo che si paga dallo scendere da quella nave è quello di un forte senso di solitudine.

La solitudine del mare aperto.

Presto però ci si accorge di non essere soli, perché si scopre che in molti lo hanno già fatto.

Inoltre si diventa presto da esempio per tutti quelli che sentono l’esigenza di scendere da quella nave, e che in noi possono vedere una via per farlo.

È la via che porta alla nascita di una vera e propria specie nuova di cui, il nuovo modo di porsi rispetto all’arte, sarà solo una delle tante manifestazioni.

Quella specie perderà totalmente la possibilità di dialogare con quella che rimane sulla nave. Pertanto non è il caso che cerchi di farlo.

Avrà ben altro su cui essere impegnata.

Quella che rimane sulla nave invece, è solo destinata ad affondare.


                                                    Alberto Melari