domenica 28 febbraio 2021

Smetti di essere di DESTRA | Smetti di essere di SINISTRA (Video).

 




Il bambino.

Se porti un bambino sotto ad una parete di roccia alta decine di metri e gli chiedi se è disposto ad arrampicarsi fin lassù, il bambino ti risponde senz’altro di sì.

Se un papà, che di mestiere fa, ad esempio, il muratore, si lamenta perché la sua auto è vecchia e perde colpi, il bambino chiederà al papà perché non ne compra una nuova.
Il papà spiegherà che non ha i soldi. Il bambino suggerirà: “Beh … guadagnali!”.

Sono esempi questi di come un adulto si ritroverà a sorridere dell’ingenuità di un bambino.

Il piccolo illuso crede davvero che sia possibile arrampicarsi fin lassù.
Oppure che per avere i soldi necessari per cambiare un’automobile vecchia basti decidere di guadagnarli.

Il piccolo illuso però, in entrambi i casi, non si sbaglia.

Ci sono persone che quelle pareti di roccia verticali le scalano.
Quindi ha ragione il bambino. Si può fare.

Il padre, che fa il muratore, non può permettersi un’automobile nuova.
Ha uno stipendio troppo basso.
Potrebbe permettersela invece il suo titolare che guadagna molto più di lui.
Anche lui faceva il muratore un tempo.
E allora anche in questo caso ha ragione il bambino.

Se ne deduce che una visione autentica del mondo, delle possibilità della vita, ce l’ha solo il bambino.

All’adulto deve essere successo qualcosa per cui non riesce a vedere … ad immaginare più.

L’educazione.

Questo qualcosa si chiama “educazione”.

L’educazione è quel processo esercitato sui bambini ad opera degli adulti, per lo più attraverso scuola e famiglia, fatto di durissime e frustranti limitazioni del proprio io.

Il processo persiste fino a quando quell’io non sia così ridotto da convincersi che le possibilità nella vita sono pochissime.

Questo impoverimento della personalità operato dall’educazione finisce all’incirca nella pubertà.
In quella fase della vita, l’individuo, dopo averlo privato di quasi tutte le sue potenzialità, viene lasciato solo nel mondo con l’aspettativa che incominci a realizzare se stesso.

Quell’ansia di inadeguatezza che è tipica di ogni adolescente, altro non è che il disagio che questo prova dalla continua pretesa che il mondo circostante ha su di lui che sappia chi è e cosa vuole fare, dopo che anni di quell’educazione lo hanno svuotato di ogni contenuto.

Le ideologie.

È in questa fase della vita che normalmente aggrediscono le ideologie.

Ad un individuo in cui è stato creato un enorme vuoto di identità arriva improvvisamente la notizia dell’esistenza di un pacchetto completo di idee già pronte in cui ogni minimo dettaglio di pensiero è stato risolto.

Ad esempio, essere di destra oppure di sinistra significa avere una risposta su tutto.
Una volta accettato il “pacchetto” sai quale deve essere la tua idea su ogni cosa.

Hai un’idea sull’economia, sulla struttura della società, su come rapportarti col diverso. Ti viene indicato chi è il diverso.
Sai quali libri devi leggere e da quali devi assolutamente stare lontano.
Quali forme d’arte apprezzare e quali detestare. Quali film vedere.

Sembra assurdo ma ti viene detto anche come ti devi vestire e quali colori preferire.
Nero o blu se sei di destra, rosso o arcobaleno se sei di sinistra.

Ma più di tutti ti viene detto chi devi odiare.

Chiunque si presenti a te dichiarandosi della parte avversa è un nemico.
Non importa chi sia, i suoi pregi, i suoi difetti, quale sia la sua storia, la sua capacità di essere solidale con gl’altri.

È un nemico. Punto.

Dualismo.

Le ideologie infatti sono sempre dualistiche.

Spaccano la realtà in due parti nette e contrapposte.

Destra e sinistra. Pacifismo e interventismo. Maschilismo e femminismo. Scienza e religione.
Hanno la comodissima abitudine di ridurre l’enorme complessità della realtà, dove è difficilissimo orientarsi, a due poli solamente.

Questa rasserenante semplificazione però ha un piccolo prezzo da pagare.
Devi scegliere da che parte stare.
E ovviamente, di conseguenza contro quale parte devi combattere.

Questa scelta ha enormi vantaggi però.
Oltre a definire in un colpo solo tutti gli aspetti della tua identità e di inserirti in un gruppo, ti scarica dall’enorme onere di dover pensare.
Tutto è già stato “pensato”.

Naturalmente questo porta degli effetti collaterali.
Ad esempio a vivere delle contraddizioni.

Essere pacifista per esempio significa odiare e fare la guerra a chi crede che sia giusto intervenire militarmente.
Si è pacifisti facendo la guerra a qualcuno.

Essere femminista o maschilista significa ribadire la naturale supremazia di un genere su un altro.
Cioè si persegue la naturale contrapposizione fra quei generi che per natura dovrebbero invece unirsi.

Il mondo perfetto.

Ma le ideologie non si limitano a darti un’identità.
Indicano anche la soluzione ultima di quello che è il mondo perfetto.

Ti dicono che nel mondo ci sono, e ci saranno, sofferenze e disagi solo perché non si è ancora realizzato il disegno indicato dall’ideologia a cui hai aderito.

Se sei di destra sei perfettamente convinto che il mondo sarà un luogo ideale solo quando gli individui saranno finalmente lasciati liberi di realizzarsi e si sarà strutturata una perfetta gerarchia in cui i migliori, ben riconosciuti, garantiranno, con la loro azione, la sussistenza anche dei più deboli.

Se sei di sinistra sei perfettamente convinto che il mondo sarà un posto splendido quando la ricchezza, non appena viene generata, verrà immediatamente equamente redistribuita a tutti e le regole saranno tarate sulle esigenze del più debole.

Naturalmente, affinché si realizzi un mondo perfetto in cui donne e uomini saranno tutti felici, scompaiano i conflitti e possa regnare una pace perenne, bisogna eliminare tutto ciò che impedisce al progetto ideologico di concretizzarsi.

Ad esempio tutti quelli che hanno un pensiero non conforme a quell’ideologia.

Ed è per realizzare quel mondo perfetto, quella pace, quella felicità per tutti che i regimi di destra e di sinistra, nel secolo scorso, hanno disseminato la storia di conflitti cruenti e programmato la sistematica uccisione di decine di milioni di persone in tutto l’occidente.

L’equilibrio.

Ma cosa sono le ideologie? Dove si trovano? Di cosa vivono?

Di certo non si trovano in natura.
Tutto ciò che si trova in natura c’è da molto prima che comparissero le ideologie, e tutt’ora la natura sembra andare avanti ignorando totalmente la loro presenza.
Gli alberi continuano a germogliare, gli animali a riprodursi, il sole sorge e la luna fa i suoi cicli e tutto avviene senza nessun bisogno delle ideologie.
Tutto sembra ubbidire a qualcosa di ben diverso e molto superiore.

L’unico luogo dove le ideologie esistono e si alimentano è la mente umana.

Le ideologie sono solamente “pensiero”.
Idee, appunto, innestate nella mente.
E si nutrono a spese di chi le coltiva.

La cosa più bizzarra in tutto questo è che, essendo dualistiche, si presentano nella mente sempre in due forme. Una a favore ed una anti.

Facciamo un esempio.
Supponiamo di aver aderito ad un’ideologia progressista e di coltivare, di conseguenza un’ideologia antifascista.
Per essere antifascista la mia mente deve per forza contenere l’idea di fascismo.
E in qualche modo la mia mente, contenendola, la nutre, la fa esistere.

Insomma, nell’essere antifascista io alimento l’idea stessa di fascismo.
La tengo in vita. Le do energia.
Cioè ottengo esattamente l’opposto di quello che vorrei.
Ovvero estinguere il fascismo.

Può sembrare un paradosso, ma questo è quello che si realizza veramente.
Tanto più io scendo in piazza, esprimo, manifesto il mio antifascismo, tanto più inciterò chi ha aderito all’idea fascista, a reagire alla mia azione.

Quindi la mia azione, volta a sopprimere l’ideologia opposta, non fa che sollevarla e darle forza.

Ma il paradosso è ancora più grande.

Quando vedrò la parte opposta sollevarsi in reazione al mio essere “anti”, mi convincerò ancora di più della necessità della mia contrapposizione.
E sarò portato ad urlarla ancora più forte.
La parte avversa reagirà di conseguenza alzando ancora di più la voce in un crescendo contino che avrà come risultato il disordine più totale.

Nel perseguire il proposito di rendere il mondo perfetto, non faccio altro che inquinarlo generando conflitti e caos. 

Paradossalmente, il miglior antifascista, o il miglior anticomunista, è colui che non sa proprio cosa sia il fascismo, o il comunismo e ne ignora l’esistenza.
Non conoscendo queste ideologie non sente la necessità né di aderirvi e né di combatterle.
In questo modo semplicemente non le nutre.

La cura.

Le ideologie, lo abbiamo detto, sono subdole.
Si sono insediate nella nostra mente approfittando di un periodo di debolezza.
Si nutrono delle nostre energie.
Ci spingono continuamente verso situazioni di conflitto con l’esterno.

Ma esiste una cura per le ideologie?

Naturalmente sì. Ed è facilissima da attuare.
Per liberarsene, basta semplicemente decidere di abbandonarle.
Smettere di schierarsi.

Qualsiasi cosa si sia arrivati a credere di essere … comunista, fascista, liberale, socialista … quell’idea può essere abbandonata immediatamente.
Può essere lasciata cadere così come si lascerebbe cadere dalle mani un ferro rovente non appena ci si accorge che ci sta consumando la pelle.

Naturalmente, nel momento in cui lo si fa, ricompare quel vuoto di identità che, aderendo ad un’ideologia, ci illudevamo di aver riempito.
Un vuoto che, nuovamente, chiederà di essere colmato.

Questa volta però la soluzione di quel vuoto può essere diversa.
Basta semplicemente fare lo sforzo di ricordare come quel vuoto si sia generato. Ovvero quando hanno sradicato da noi il bambino che eravamo.
Il nostro vero io. Perfetto così come la natura lo aveva fatto.

La riscoperta di quel bambino è un’esperienza meravigliosa.

L’esercizio consiste nel mettersi a sondare tutti i limiti che l’educazione ci ha imposto incominciando a sperimentare tutto ciò che non abbiamo fatto nella vita perché convinti che non si poteva.

Si incomincia dapprima provando a sentire cosa si desidera veramente, al di là di quello che l’esterno si aspetta da noi.
Poi a cercare di realizzarlo.
E miracolosamente ci si stupisce ogni volta che tutto è nelle nostre possibilità, e lo è sempre stato.

Il nostro io, attraverso quella riscoperta, si ri-espande esattamente come il diaframma in un respiro.

E soprattutto si torna in pace col mondo, perché si incominciano a valutare le persone che ci circondano non più dalle idee che proferiscono, ma per quello che sono veramente, è ci apparirà chiaro che chi persegue un’idea non lo fa perché quell’idea lo rappresenta realmente, ma solo per riempire il vuoto che si è creato nel dover diventare adulti.

Il mondo perfetto esiste davvero. È quello senza ideologie.


                              Alberto Melari.