Sempre più spesso si sente parlare di cifre milionarie spese per l’acquisto di opere d’arte.
Molto spesso si tratta di opere di cattivo gusto e di banale
esecuzione. Altre volte addirittura cose “inconsistenti”. Per esempio, opere
fatte di vapore, oppure un frutto già mangiato da qualcuno, quadri vuoti, opere
fatte con sostanze organiche destinate a degradarsi, opere che si
autodistruggono.
Per una persona comune diventa difficile trovare un senso
logico ai fenomeni del grande mercato dell’arte.
Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza.
Diciamo innanzitutto che questo NON È il mercato dell’arte.
È semplicemente uno dei diversi modi con cui viene legittimata
l’esistenza di un’arte vuota di contenuti affinché queste forme artistiche diventino
il principale nutrimento culturale per le masse.
Vediamo come funziona.
La mente, quando riceve l’informazione circa una vendita milionaria
di questo tipo, viene indotta, tramite una serie di principi acquisiti, a credere
che quell’opera possa effettivamente avere un valore artistico e culturale.
Fate attenzione su come è composta la catena di assiomi che
forzano il pensiero a maturare questa convinzione.
1) Il primo
assioma è: Chi può spendere molti soldi per l’acquisto di un’opera d’arte è senz’altro
molto ricco.
2) Secondo: Chi
è molto ricco decisamente non può essere uno sprovveduto.
3) Terzo: Chi compra
un’opera, non essendo uno sprovveduto, avrà di sicuro la garanzia del suo valore
economico.
4) Quarto: Se il
valore economico è così alto, l’opera deve avere per forza un valore culturale
e artistico notevole.
Questa la meccanica di pensiero capace di penetrare alla
perfezione le menti più deboli e indurle a credere che quelle opere siano veramente
espressioni artistiche di alto livello.
La prima conseguenza di questo meccanismo naturalmente è il
riconoscimento da parte della massa di un alto valore culturale di quelle
opere.
Una seconda conseguenza è che numerose persone si metteranno a
produrre opere di quel tipo, illudendosi di essere artisti.
E col tempo arrivano anche a sperare di ricevere l’attenzione del pubblico e
dei compratori.
In questo modo si ritroveranno ad investire notevoli risorse
in termini di tempo e denaro per la produzione e la promozione della loro arte.
Credere di poter ripetere operazioni di questo tipo ottenendo
risultati simili in termini di attenzione mediatica e di ricavi economici, vuol
dire soffrire di gravi di disturbi di relazione con la realtà.
Disturbi che andrebbero risolti rivolgendosi a specialisti
del settore.
Ma, al di là di questo, come si fanno i soldi con l’arte?
Uno dei metodi più utilizzati è il seguente.
Si organizzano delle esposizioni aperte alla partecipazione
degli artisti che vorranno aderire.
Gli artisti in cerca di occasioni per avere visibilità sono migliaia e non sarà
difficile reperirne ogni volta un buon numero.
Si chiede, per la partecipazione alla mostra, una cifra in
denaro, di solito qualche centinaio di euro, spesso goffamente giustificata dalla
copertura delle spese dell’evento.
Se, nel programma dell’evento, è prevista la passerella di un
critico famoso, questo farà aumentare sia la cifra del contributo di
partecipazione, sia il numero dei partecipanti. Infatti in tanti saranno
attirati dalla lotteria.
La lotteria consiste nella speranza che il critico, passando
davanti alla loro opera, decida di aver scoperto un talento che vorrà promuovere
ad alti livelli.
Per una mente sveglia non è difficile fare qualche calcolo al
volo sui guadagni che si possono ottenere.
Facciamo un esempio tenendoci su una situazione modesta.
Ammettiamo che il contributo di partecipazione sia di 500 €,
e i gli artisti partecipanti siano una trentina.
Per un evento … ammettiamo … di una decina di giorni, Il
ricavo consisterà di circa 15.000 €.
Tolte poche spese per un eventuale catalogo e per la gestione delle sale,
quello che rimane in tasca è davvero una cifra di tutto rispetto.
E bisogna considerare che spesso le quote di partecipazione
sono anche più alte, e i partecipanti molti di più.
Naturalmente, chi si troverà a gestire queste quantità di
denaro, non ha nessuna convenienza a sbattersi per cercare di vendere le opere
di artisti anonimi che spesso propongono cose di livello molto basso.
Il guadagno c’è già stato, ed è pure soddisfacente.
E l’artista? Cosa deve fare un artista per fare soldi con
l’arte?
Per prima cosa deve smette di illudersi che sia possibile produrre,
proporre e vendere opere senza nessun significato che ha creato solo per
emulare fenomeni mediatici di moda.
In questo modo eviterà un’emorragia di denaro, energie,
speranze che logorano la sua persona.
Dopo di che deve chiedersi quanti e quali talenti pensa di avere e se questi
ricadono effettivamente nella sfera dell’arte.
O piuttosto dovrebbe dedicarsi ad altro.
La persona che invece ha già sperimentato un talento nel
mondo della produzione artistica deve assolutamente sottrarsi alla tentazione
dei tanti eventi a pagamento che gli vengono continuamente proposti.
Questo gli consentirà, in primo luogo, di ritrovarsi in tasca
diversi soldi che non avrà buttato e che, rimanendo a sua disposizione, potrà
spendere per sé come meglio crede.
Inoltre, smettendo di fare la parte del pollo che viene
continuamente spennato, compie un primo gesto volto a riacquistare una sua
dignità personale che gli è essenziale sia per continuare a produrre che per promuoversi
nella maniera più corretta, efficace e soprattutto decorosa.