Come si solleva una montagna.
In un articolo
precedente ho già trattato dell’energia di cui è dotato un essere
umano. Ho spiegato che questa energia è immensa. Già! Ma immensa quanto?
Un’idea di
questa immensità viene espressa nel Vangelo di Matteo.
Se
avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: «Spòstati da qui a là», ed esso si sposterà, e nulla vi sarà
impossibile.
Matteo 17, 20
Secondo questa affermazione
sembrerebbe che, per dotarsi di questa energia, essenziale sarebbe avere fede.
L’interpretazione che si è sempre data della frase “Se avete fede …” è quella della fede nel Dio cristiano. Questa non
è certo né la prima, né l’unica spiegazione superficiale che sì dà di pensieri espressi
nei Vangeli che portano verità di valore immenso ridotte, in questo modo, a
banalità di basso buonismo.
Essendo concreti bisognerà
ricordare un paio di concetti che non lasciano scampo a nessuna interpretazione
di tradizione clericale.
1 – Uomini che hanno agito come
se nulla gli fosse impossibile ce ne sono stati molti nella storia e
professavano le fedi più disparate. Persino uomini di nessuna fede.
2 – Nessuno ha mai visto un uomo
che con la sola forza della fede cristiana abbai comandato ad una montagna di
sollevarsi e spostarsi.
Quell’affermazione del Vangelo riporta
una verità di grande valore solo se viene decifrata nel modo appropriato.
La fede di cui si parla non è la
fede in Dio il quale, in ragione di quella fede, dovrebbe infondere una forza immensa
ad un suo adepto. La fede è intesa come l’avere fiducia che Dio (…o la natura,
se la parola vi disturba) abbia già agito su ogni essere umano dotandolo, fin
dalla sua comparsa sulla terra, di immense quantità di energia in misura tale
da compiere opere di straordinaria grandezza.
Per quanto riguarda invece la
possibilità di dire ad una montagna di spostarsi “da qui a là”, occorre semplicemente aggiungere che questo è
potenzialmente ed effettivamente nelle possibilità di chiunque, ma ad una serie
di condizioni. Una di queste, ad esempio, è che ci sia un valido motivo
affinché quella montagna si debba spostare, e che non sia un grossolano gesto di
inutile sfoggio di potenza.
A questo punto non mi resta che trovare
esempi che dimostrino quanto detto. Dovrò limitarmi, visto che ne esistono a
centinaia, altrimenti questo resoconto si prolungherebbe per giorni interi.
Il primo esempio che mi viene in
mente è quello dell’ingegnere Luigi Negrelli, colui che concepì, progettò e
propose alle autorità del tempo, la costruzione del Canale di Suez, ovvero quel
canale che collega il Mediterraneo al Mar Rosso e quest’ultimo all’Oceano Indiano.
Questo esempio è migliore di altri
solo per un motivo. Perché è il più vicino a quello espresso nel Vangelo, in
cui si dice che un uomo ha facoltà di sollevare una montagna. Negrelli non
avrebbe sollevato una montagna, ma unito ben tre mari, e, allo stesso modo di
chi solleva una montagna, ha modificato pesantemente la geografia di intere
nazioni.
Nel caso suddetto, rispetto a quello
che viene espresso nella frase del Vangelo, ci si stupisce per alcuni dettagli.
Il fatto che qualcosa di grandioso sia avvenuto non miracolosamente, ma nella
maniera più concreta possibile. Non con un comando dato a voce ma con l’aiuto
di grandi istituzioni e l’avallo di interi popoli. Non in un istante, ma con i
tempi necessari al compiersi di una grande opera.
Tuttavia, tutto è partito da una
semplice intuizione di un uomo e dalla sua determinazione e veder realizzata l’idea
contenuta in quell’intuizione.
A questo punto, una volta capita
la vera natura di questa energia ed il modo come questa si esprime, si può
facilmente immaginare che chiunque abbia compiuto grandi opere e cambiato qualcosa
di importante nel mondo può essere un buon esempio di uomo che ha avuto fede che
“nulla sarà impossibile”.
Chiunque sia stato capace di
realizzare progetti che di partenza richiedevano un dispiegamento di forze
abnorme, ha agito secondo questo meccanismo. Dapprima ha avuto un’intuizione. In
seguito ha creduto (… ed è questa è la fede di cui parla il Vangelo) nella sua
realizzazione senza subire alcun turbamento per l’immane sforzo che questa
comportava.
Resta da domandarci quel è il
motivo per cui solo pochi siano riusciti in questo, se è vero che ad ogni uomo
è potenzialmente dato di riuscirci. E perché molti non riescono neanche a
realizzare progetti di basse pretese.
Il motivo sono le mille falle
attraverso cui, tutta l’energia di cui siamo dotati, viene, dalla maggior parte
delle persone, quotidianamente dispersa, il più delle volte per alimentare
blocchi personali o convinzioni improduttive ed inutili. Queste falle sono rappresentate
per lo più da tutta una serie di opinioni negative, che durante la vita si
maturano, sul mondo e su noi stessi. Tali convinzioni sono origine di malesseri
che tendono a stabilirsi in noi ed a nutrirsi, spesso voracemente, di
quell’energia di cui dovremmo beneficiare per la realizzazione di grandi
progetti.
Dedicarsi a sottrarre nutrimento
a questi demoni
e a veicolare le proprie energie verso le nostre concrete aspirazioni è già un
proposito di alto livello e un passo concreto verso la più autentica libertà.
Alberto Melari