Tutti sanno che Sigmund Freud
teorizzò l’esistenza dell’inconscio. Nel mondo della divulgazione esiste un modello
molto utilizzato che è quello dell’iceberg.
L’iceberg, la montagna di ghiaccio
galleggiante, appare come un’immensa cima che emerge dal mare. Dell’iceberg si sa che la porzione che emerge
è solo una piccolissima parte. La grande parte della massa ghiacciata si trova
al di sotto del mare e non si vede.
Nel modello, la parte che emerge,
rappresenta l’Io cosciente, ovvero tutto ciò che ciascuno sa di se stesso. Le
proprie idee, le proprie convinzioni, le proprie aspirazioni. La parte sommersa
e nascosta rappresenta l’inconscio. L’inconscio è la parte di noi che fa
scelte, dà direttive, crea la realtà intorno a noi. Di questa parte noi non
sappiamo nulla.
In effetti questo parallelo è
perfetto poiché, ci spiegano gli analisti, se potessimo dimensionarlo,
l’inconscio è molto ma molto più grande dell’Io cosciente.
L’iceberg è fatto di ghiaccio. Lo
sappiamo. Invece l’Io di cosa è fatto?
Già… perché il giaccio è una
massa solida. Ha un peso e un volume. E affermare che quello sommerso è molto
di più di quello emerso ha un senso concreto. Invece cosa significa dire che la
nostra parte inconscia è molto più grande di quella cosciente?
Quando si parla di queste
categorie psichiche si parla in termini di “energia psichica”. Gli elementi
che contengono questa energia sono le pulsioni. Affermare che l’inconscio è
grande significa che la stragrande maggioranza dell’energia è contenuta lì. E
di quell’energia si sa che è presente in quantità enorme.
Supponiamo di chiedere a qualcuno
quale sia la propria aspirazione. Supponiamo che questi ci dica che la sua
volontà sia quella di diventare ricco. Questa affermazione naturalmente deriva
dalla sua parte cosciente (la parte emersa dell’iceberg). Supponiamo ora di andare ad analizzare la sua vita. Immaginiamo
tre scenari fra i tanti possibili.
Primo scenario - La sua
situazione economica è in crescita. Ma quella crescita è ben lontana dagli
obbiettivi a cui egli dice di aspirare. Tuttavia è diventato un ottimo insegnante
e si sta realizzando nella formazione degl’altri.
Secondo scenario - Si sta
effettivamente arricchendo.
Terzo scenario - Si impoverisce
sempre di più.
Solo il secondo scenario è
effettivamente coerente con quello che coscientemente egli afferma di volere.
Perché invece in molti casi non avviene quello per cui si sta agendo?
Nel primo caso dobbiamo
presuppore che, a livello cosciente, questa persona aspira a grandi ricchezze.
Ma a livello inconscio questa aspirazione non è poi così forte. Per questo il
suo arricchirsi non corrisponde a quello che effettivamente egli dice di
volere. Ci sono altre pulsioni che frenano la corsa verso la realizzazione. Ci
sono pulsioni, nel mondo sommerso del suo inconscio, che lo portano a realizzarsi,
ma non in ciò che egli coscientemente vuole, ma in tutt’altro campo.
Nel terzo caso il suo inconscio
viaggia esattamente in maniera opposta a quelle che sono le sue aspirazioni.
Questo scenario è inevitabilmente causa di sofferenza. La sofferenza non deriva
dalla povertà in se stessa. Bensì dal contrasto fra ciò a cui egli aspira e la
realizzazione nella realtà del suo contrario. Se aspirasse ad una vita ascetica
o mistica che contempla la povertà, ad esempio, la condizione di miseria non
sarebbe affatto una sofferenza.
Ad ogni modo la conclusione che
trarremo è che la realtà che si realizza è sempre quella delle pulsioni
inconsce. Perché, come abbiamo detto parlando del modello dell’iceberg, è lì che si annidano le grandi
energie. Quando queste sono in accordo con le nostre aspirazioni la vita scorre
piacevolmente.
Quando invece l’inconscio si
muove in altre direzioni o addirittura in maniera opposta a ciò che vorremmo
sul piano cosciente, si scatenano malesseri e insoddisfazioni. Talvolta si
entra in casi di sofferenza grave e occorre rivolgersi a qualcuno.
Il compito del terapeuta è
proprio quello di individuare nell’inconscio la pulsione che si muove in senso
contrario e renderla nota al paziente. Una pulsione, quando viene portata alla
luce, da inconscia diviene cosciente. In altre parole passa dalla parte
sommersa dell’iceberg a quella
emersa. Passa cioè dal luogo dove ci sono enormi energie a quello dove le
energie sono più deboli. In questo modo la pulsione perde la sua forza e
l’equilibrio psichico si ristabilisce.
Naturalmente tutto questo
discorso altro non è che una sintesi di qualcosa di molto noto ormai anche a
livello di cultura popolare. Al più può essere una buona puntualizzazione.
La domanda che voglio lasciare
aperta invece è la seguente. Cosa potrebbe avvenire se si potesse operare il
processo in modo contrario a quello della terapia? Ovvero, quale immensa potenza
potrebbe raggiungere un essere umano se potesse “spingere” una sua aspirazione
cosciente nelle profondità dell’inconscio, dove questa si caricherebbe di
energie enormi? È possibile far accadere questo?
Buona riflessione.
Alberto Melari




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