lunedì 8 luglio 2019

Il regno delle immense energie





Tutti sanno che Sigmund Freud teorizzò l’esistenza dell’inconscio. Nel mondo della divulgazione esiste un modello molto utilizzato che è quello dell’iceberg. L’iceberg, la montagna di ghiaccio galleggiante, appare come un’immensa cima che emerge dal mare. Dell’iceberg si sa che la porzione che emerge è solo una piccolissima parte. La grande parte della massa ghiacciata si trova al di sotto del mare e non si vede.

Nel modello, la parte che emerge, rappresenta l’Io cosciente, ovvero tutto ciò che ciascuno sa di se stesso. Le proprie idee, le proprie convinzioni, le proprie aspirazioni. La parte sommersa e nascosta rappresenta l’inconscio. L’inconscio è la parte di noi che fa scelte, dà direttive, crea la realtà intorno a noi. Di questa parte noi non sappiamo nulla.

In effetti questo parallelo è perfetto poiché, ci spiegano gli analisti, se potessimo dimensionarlo, l’inconscio è molto ma molto più grande dell’Io cosciente.

L’iceberg è fatto di ghiaccio. Lo sappiamo. Invece l’Io di cosa è fatto?

Già… perché il giaccio è una massa solida. Ha un peso e un volume. E affermare che quello sommerso è molto di più di quello emerso ha un senso concreto. Invece cosa significa dire che la nostra parte inconscia è molto più grande di quella cosciente?

Quando si parla di queste categorie psichiche si parla in termini di “energia psichica”. Gli elementi che contengono questa energia sono le pulsioni. Affermare che l’inconscio è grande significa che la stragrande maggioranza dell’energia è contenuta lì. E di quell’energia si sa che è presente in quantità enorme.

Supponiamo di chiedere a qualcuno quale sia la propria aspirazione. Supponiamo che questi ci dica che la sua volontà sia quella di diventare ricco. Questa affermazione naturalmente deriva dalla sua parte cosciente (la parte emersa dell’iceberg). Supponiamo ora di andare ad analizzare la sua vita. Immaginiamo tre scenari fra i tanti possibili.

Primo scenario - La sua situazione economica è in crescita. Ma quella crescita è ben lontana dagli obbiettivi a cui egli dice di aspirare. Tuttavia è diventato un ottimo insegnante e si sta realizzando nella formazione degl’altri.

Secondo scenario - Si sta effettivamente arricchendo.

Terzo scenario - Si impoverisce sempre di più.

Solo il secondo scenario è effettivamente coerente con quello che coscientemente egli afferma di volere. Perché invece in molti casi non avviene quello per cui si sta agendo?

Nel primo caso dobbiamo presuppore che, a livello cosciente, questa persona aspira a grandi ricchezze. Ma a livello inconscio questa aspirazione non è poi così forte. Per questo il suo arricchirsi non corrisponde a quello che effettivamente egli dice di volere. Ci sono altre pulsioni che frenano la corsa verso la realizzazione. Ci sono pulsioni, nel mondo sommerso del suo inconscio, che lo portano a realizzarsi, ma non in ciò che egli coscientemente vuole, ma in tutt’altro campo.

Nel terzo caso il suo inconscio viaggia esattamente in maniera opposta a quelle che sono le sue aspirazioni. Questo scenario è inevitabilmente causa di sofferenza. La sofferenza non deriva dalla povertà in se stessa. Bensì dal contrasto fra ciò a cui egli aspira e la realizzazione nella realtà del suo contrario. Se aspirasse ad una vita ascetica o mistica che contempla la povertà, ad esempio, la condizione di miseria non sarebbe affatto una sofferenza.

Ad ogni modo la conclusione che trarremo è che la realtà che si realizza è sempre quella delle pulsioni inconsce. Perché, come abbiamo detto parlando del modello dell’iceberg, è lì che si annidano le grandi energie. Quando queste sono in accordo con le nostre aspirazioni la vita scorre piacevolmente.

Quando invece l’inconscio si muove in altre direzioni o addirittura in maniera opposta a ciò che vorremmo sul piano cosciente, si scatenano malesseri e insoddisfazioni. Talvolta si entra in casi di sofferenza grave e occorre rivolgersi a qualcuno.

Il compito del terapeuta è proprio quello di individuare nell’inconscio la pulsione che si muove in senso contrario e renderla nota al paziente. Una pulsione, quando viene portata alla luce, da inconscia diviene cosciente. In altre parole passa dalla parte sommersa dell’iceberg a quella emersa. Passa cioè dal luogo dove ci sono enormi energie a quello dove le energie sono più deboli. In questo modo la pulsione perde la sua forza e l’equilibrio psichico si ristabilisce.

Naturalmente tutto questo discorso altro non è che una sintesi di qualcosa di molto noto ormai anche a livello di cultura popolare. Al più può essere una buona puntualizzazione.

La domanda che voglio lasciare aperta invece è la seguente. Cosa potrebbe avvenire se si potesse operare il processo in modo contrario a quello della terapia? Ovvero, quale immensa potenza potrebbe raggiungere un essere umano se potesse “spingere” una sua aspirazione cosciente nelle profondità dell’inconscio, dove questa si caricherebbe di energie enormi? È possibile far accadere questo?

Buona riflessione.

                                               Alberto Melari





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